Renord, 50 anni e non sentirli

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Renord, 50 anni e non sentirli

Renord, 50 anni e non sentirli

07/01/2021

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Con 150 dipendenti, un fatturato nel 2019 di circa 190 milioni di euro e immatricolazioni per 11.596 veicoli, di cui 8.954 nuovi (3.705 Renault, 2.779 Dacia e 1.148 Nissan), la Renord guarda al futuro con la solita vitalità e la capacità di stare sempre al passo con i tempi, rinnovandosi e, talvolta, anticipandoli. Anche in piena e ripetuta pandemia.

 

Perché a Milano il business si fa così: «Siamo una sorta di laboratorio, dove le cose succedono normalmente prima che altrove. Solo questo ci impone di reagire sempre e di essere sensibili verso tutti i nuovi segnali provenienti dal mercato», dice Roberto Bolciaghi, AD della Renord e figlio del fondatore, Renato, ogni giorno presente in azienda. In effetti, chi l’avrebbe mai detto che la Dacia Duster sarebbe diventata la seconda vettura più venduta in Italia? Aperta nel 1970, alla vigilia del debutto commerciale della Renault 5, in un periodo in cui il modello più noto e diffuso della Losanga era l’R4, la Renord ha tracciato un solco in città: «A quei tempi», continua Bolciaghi, «operavamo in un’unica sede, in via de La Salle, vicino a via Palmanova: c’era poca informazione e concorrenza sul prodotto, il cliente acquistava in modo totalmente emotivo. Ma c’era anche più gusto a vendere. Oggi ai consulenti sono richieste nuove competenze e professionalità che vanno ben oltre la conoscenza dei prodotti; penso, per esempio, all’utilizzo delle livechat per relazionarsi in modo nuovo con i potenziali clienti». «La vendita terminava in genere con l’omaggio di un set di tappetini», ricorda il fondatore, Renato Bolciaghi, «oggi invece, prima di chiudere un contratto, chi compra non solo mette in concorrenza più concessionari o venditori, ma valuta anche aspetti non materiali, come la qualità dell’accoglienza o l’elasticità degli orari del service».

 

Nel corso degli anni al marchio francese si sono aggiunti Nissan e Dacia. Ma quali sono i modelli che hanno dato più soddisfazioni all’azienda in questo primo mezzo secolo di attività? «La Renault 5 fu fulminante, la Clio seguì il solco. La Scénic ha inventato il segmento monovolume di formato intermedio, mentre in ambiente Nissan la prima Micra e la Qashqai hanno rappresentato, rispettivamente, la citycar sfiziosa e la Suv di fascia media», spiega Roberto Bolciaghi. Dacia Sandero e Duster, invece, s’identificano da anni con il concetto di “value for money”. «Adesso è il momento dei veicoli elettrificati e dei nuovi processi di contatto, videochat, pick-up&delivery e consegna a domicilio: Noi, come sempre, siamo pronti a raccogliere l’ennesima sfida», sostiene Patrizia Bolciaghi.


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