Più attenzione verso l’ambiente, con la riduzione delle emissioni inquinanti? Questa crescente sensibilità da parte della gente sembra trovare sponda anche tra i costruttori di automobili. I marchi Renault, Dacia e Nissan – per esempio – hanno un buon feeling con una mobilità sostenibile che mira decisamente verso l’elettrico. Entrando nella concessionaria Renord a Sesto San Giovanni, questo è molto più di una semplice sensazione, come ci conferma il responsabile marketing, Massimo Berruto.
“Noi rappresentiamo due delle marche che hanno iniziato per prime il percorso di avvicinamento verso una mobilità più sostenibile. Sia Nissan sia Renault, infatti, hanno iniziato diversi anni fa a commercializzare i veicoli elettrici. Per chi decide oggi di acquistare un’auto elettrica non mancano le difficoltà legate soprattutto all’insufficiente rete di ricarica, le famose colonnine. Questo è il limite, perché non è neanche molto diffusa la modalità di ricarica domestica”.
L’ibrido potrebbe essere una via intermedia che ci traghetta verso il futuro dell’elettrico?
L’ibrido è un passaggio intermedio, ma tenuto conto del ciclo di sostituzioni delle auto in Italia, sarebbe stato meglio saltarlo, visto che di questi tempi il cliente tiene l’auto almeno sei o sette anni. Il mercato dell’ibrido è alquanto variegato: micro ibrido, medio ibrido, full ibrido e ibrido plug-in. L’ibrido plug-in può essere una valida transizione. Si tratta di un ibrido ricaricabile, ma anche in questo caso abbiamo le stesse problematiche che si affrontano adottando i veicoli completamente elettrici. Nei Paesi del Nord Europa dove la rete di colonnine di ricarica è più articolata e strutturata, il mercato sta andando in questa direzione.
Quali sono dunque i Paesi di riferimento nell’ambito della mobilità green?
Direi Finlandia, Norvegia, Olanda e Francia. In Francia c’è un modello elettrico della nostra gamma che ha superato in vendite l’equivalente termico.
Che sensibilità ha il cliente verso l’utilizzo del mezzo ibrido oppure elettrico?
C’è molto interesse, ma siamo ancora nella fase “fallo prima tu, che io vedo come va”. Gli incentivi certo aiutano nella scelta.
Che giudizio dà a proposito degli incentivi?
Positivo, ma le risorse per ora sono limitate. La Lombardia quest’anno ha destinato 18 milioni di euro. Si tratta di una cifra rispettabilissima, ma i soldi sono comunque pochi perché c’è molta richiesta. Io credo sia decisivo accelerare la sostituzione dei veicoli in Italia perché il parco è troppo vecchio. Buttare via un’auto vecchia inquinante dovrebbe diventare parte di un percorso, non per 4 mesi, per 6 mesi, finché ci sono dei soldi, finché ci sono contributi; se poi i contributi finiscono bisogna aspettare. Dovrebbero esserci incentivi che facciano parte di un piano, un progetto, in modo da poter tutti pianificare i ricambi.
Che cosa suggerisce concretamente a una famiglia intenzionata a cambiare l’automobile?
Chi se lo può permettere, si deve lanciare. È il momento giusto per l’acquisto di un mezzo a propulsione elettrica. Si può approfittare dei contributi. C’è vasta scelta di modelli. Le stesse case automobilistiche hanno accelerato sul green. Stanno scomparendo i Diesel, nel futuro si ridurranno le auto a benzina. Ormai il motore elettrificato è la realtà. Dal punto di vista tecnico queste auto non hanno problemi.
Può dirci qualcosa a proposito dei marchi che ha in casa?
Renault e Nissan sono stati pionieri delle mobilità completamente elettrica. Adesso Renault è partita con l’ibrido, full o con ricarica e ora Nissan lancerà una terza via, una novità assoluta perché è un mezzo a trazione completamente elettrica, ma con un motore a benzina in grado di ricaricare le batterie. Non servirà più ricaricarla alla spina. Quindi questo modello unisce i vantaggi del veicolo elettrico togliendo la scomodità di dover ricaricare alla spina. Questa tecnologia è già disponibile in Giappone, ora viene esportata in tutti i Paesi del mondo. In Italia sarà disponibile alla fine di quest’anno.